CORONAVIRUS - Turismo in crisi, "Servono misure di lungo periodo"

26 Marzo 2020

© Fotografia - pixabay - Livigno


La stagione sciistica è finita con un mese di anticipo con relativi danni al comprato turistico invernale. Questi sono molto gravi per quelle stazioni, pensiamo soprattutto al centro - sud, che hanno avuto un inverno scarsissimo di precipitazioni e che hanno dovuto chiudere i battenti per prevenire la diffusione del Covid-19 proprio quando erano arrivate, o stavano arrivando, quelle nevicate che avrebbero potuto raddrizzare parzialmente la stagione.

I prossimi mesi saranno durissimi e i dati stimati dal Cerved e diffusi da Federturismo sono particolaremnte allarmanti. Ovvimente parliamo del turismo nel suo complesso, non solo quello legato allo sci e alla montagna.

"Se l'emergenza del Coronavirus finisse a maggio, per le imprese italiane nel 2020-2021, verrebbe bruciato un giro d'affari complessivo di 275 miliardi di euro, ma nel caso in cui l'emergenza dovesse protrarsi fino a dicembre, la perdita sarebbe di 641 miliardi. Nello specifico il fatturato degli alberghi scenderebbe dai 12,5 miliardi del 2019 ai 3,3 miliardi di quest'anno con un crollo del 73% che sarebbe seguito da agenzie di viaggio, tour operator (- 68%) e aeroporti (-50%)".

"Nonostante il pensiero di tutti sia in questo momento rivolto innanzitutto alla tutela della salute - spiega Marina Lalli, Vice Presidente di Federturismo Confindustria - non possiamo lasciare da solo il sistema economico e occorre fare subito qualcosa per il settore del turismo attraverso interventi immediati e misure di aiuto di lungo periodo".

Le imprese che operano nel turismo sono tra le più esposte in questa situazione e rischiano quindi il collasso: "Se il Governo non integrerà il prima possibile i provvedimenti già adottati potremmo non essere più in grado di garantire i livelli occupazionali e la sopravvivenza delle nostre aziende".

di Redazione DoveSciare.it
26 Marzo 2020

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