Modesta la percezione degli italiani sull'utilità e l'importanza degli impianti di risalita... Lo dice una ricerca per ANEF.


Lo sciatore che è in noi ‘lavora’ 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno: e quando andiamo in montagna d’estate non possiamo fare a meno di studiare i pendii, osservare i terreni, analizzare la montagna. Siamo quasi ‘costretti’ a immaginare e prefigurare linee di discesa sui pendii verdeggianti delle piste da sci a secco, e ovviamente le andiamo a pestare, in discesa o in salita, queste piste che sono ora prati vellutati. E quando d'estate prendiamo un impianto di risalita per guadagnare quota in vista di un’escursione, dentro di noi nasce quasi un brivido di piacere: ci sentiamo a casa.

E allora, quando ho avuto modo di leggere una recente ricerca commissionata dall’ANEF (Associazione Nazionale Esercenti funiviari) a Ludovico Mannheimer, dell’Istituto Eumetra Monte Rosa Srl, sul tema “L’immagine della montagna italiana” (presentata nel maggio scorso presso la nuova funivia Skyway Monte Bianco), ho visto alcuni dati che mi hanno un po’ deluso e perfino preoccupato. L’obiettivo della ricerca era individuare lo stato dell’arte del turismo di montagna, per poi fornire indicazioni sulle strategie di marketing del futuro. E’ vero che le statistiche dicono tutto ma anche il contrario di tutto, dipende da come vengono lette.. Ebbene, si evidenzia una solo moderata percezione dell’utilità degli impianti di risalita, ovviamente più accentuataa tra i frequentatori abituali. In altre parole, per la maggioranza delle persone gli impianti di risalita sono degli inutili se non impattanti pali di ferro piantati a deturpare la montagna.

Se il mare, in estate, è la meta prediletta del 67% degli intervistati, in seconda posizione c’è la montagna, al 15%. In inverno la situazione si ribalta, e se il 15% resta fedele alle spiagge, montagna e città d’arte sono prime, a pari merito, con solo il 35% delle preferenze, però. Oltre il 30% degli intervistati, inoltre, sollecitato  a indicare dei minus della montagna, ha scelto la crocetta con “Non mi piace sciare”. Solo il 29% e solo fra i giovani dichiara che il plus della montagna è che 'si può sciare'…

E accanto a un 30% di appassionati della vacanza sui monti, sia in estate che in inverno, esiste un 40% di “rejector” che non ci andrebbe proprio mai, gente che giammai andrebbe a fare in viaggio in montagna.  Mica poco.  Notare che o si ama o si odia la montagna a prescindere dal periodo di vacanza. Non c'è via di mezzo. Relax in mezzo alla natura, passeggiate ed escursioni sono le tre attività più scelte, seguite, in ordine, dalla cucina locale, lo sci da discesa, la bici.

Si dichiarano amanti della montagna d’inverno il 17% (ma c’è oltre un 30% che la ama in tutte le stagioni).Tra i punti negativi evidenziati, il clima freddo e instabile, la noia (carenza di pub e discoteche, eccesso di tranquillità), il costo ritenuto eccessivo, la distanza.

Se costretto a “scegliere”, l’intero campione di intervistati si scinde in due, con il 51% che sceglierebbero l’estate e il 49% l’inverno.

Chi va in inverno in montagna almeno ogni tanto è il 20% del campione, ben il 23% lo faceva ma non lo fa più, il 40% non c’è proprio mai stato. La media dei giorni di chi ci va è 7,8 per anno. Il tempo medio dedicato allo sci è 3,8 giorni l’anno. Tra chi va in vacanza – dato interessante questo -  ben il 27% non scia per nulla, mentre è solo il 13% che scia tutti i giorni

Le due principali stagioni attirano target in parte diversi, con esigenze differenti. L’inverno attira più i giovani in cerca di sport e attività, mentre in estate la montagna piace soprattutto ai meno giovani, che cercano fresco e tranquillità.

Dal punto di vista delle aziende degli impiantisti, appare quindi necessario sviluppare e comunicare una cultura della montagna, che valorizzi l’importanza degli impianti, e magari ne sottolinei anche i vantaggi (di mobilità sostenibile, di indotto eccetera)” si legge tra le conclusioni dello studio. Se consideriamo il clima mediatico non buono (vedi anche i miei interventi qui su questa rubrica lo scorso inverno) verso innevamento artificiale e impianti, non c’è troppo da stare allegri sul futuro dello sci…. Ci torneremo sopra.

Altri dati:

La possibilità di raggiungere comodamente la meta è molto importante: complessivamente, su 100 persone, 86 preferiscono trascorrere le vacanze di montagna in Italia, mentre 10 scelgono mete vicine per quanto oltreconfine, come Austria, Svizzera o Francia. In effetti chi opta per l’Italia lo fa prevalentemente per la minore distanza (47%), ma anche per ragioni di abitudini e stili di vita (38%) e motivi di comprensione linguistica.

In inverno, quasi la metà degli intervistati (46%) predilige i mesi di gennaio e febbraio, il 29% sceglie il periodo di Natale o capodanno, il 37% approfitta dei weekend, e percentuali decisamente più basse viaggiano durante il ponte dell’Immacolata (6%) o a Pasqua (7%). La maggioranza soggiorna in hotel o B&B, mentre il 14% affitta una casa e il 14% possiede una casa propria. La lunghezza del soggiorno sfiora, in media, gli 8 giorni, 3,8 dei quali vengono dedicati allo sci. Invece il 44% di chi sceglie la montagna in estate utilizza i weekend, il 32% fa vacanza ad agosto, e il 26% tra giugno e luglio, mentre il 17% sfrutta i ponti primaverili ed estivi. Questo target viaggia prevalentemente con il compagno e senza figli (40%), con gli amici (29%), e con il compagno e i figli (28%).  Anche i turisti estivi amano gli hotel e i B&B (44%), mentre il 26% affitta casa, il 19% possiede un’abitazione propria e l’11% utilizza camper e campeggi. Il periodo di vacanza sfiora i 10 giorni.

Nella foto, cannoni e stazione a valle in ... riposo estivo. A Maranza Valles.