Polartec e la sostenibilità: la scienza della produzione eco friendly
31 Marzo 2021
La sostenibilità è il tema centrale di ogni campagna di marketing da qualche anno a questa parte e tante aziende stanno lavorano - più o meno concretamente - per rendere meglio compatibile con l’ambiente la produzione e lo smaltimento dei capi per le attività outdoor. Se ne è parlato nel panel promosso da Polartec “The science of sustainabilty” che potete seguire qui, in cui sono stati sviscerati tutti i temi che riguardano lo sviluppo in chiave di sostenibilità ambientale della produzione di tessuti e di abbigliamento sportivo.
Alla conferenza hanno partecipato Steve Layton, presidente di Polartec, Charles Ross, professore presso il Royal College of Art, Scuola di moda e Scienza dei tessuti, quindi il professor Morton A. Barlaz, capo dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale presso la North Carolina State University, Bruno De Wilde, direttore di laboratorio presso la Organic Waste Systems (OWS) a Gand, in Belgio, Eva Karlsson, Ceo di Houdini Sportsware e Jeff Strahan, direttore di Ricerca, conformità e sostenibilità di Milliken & Company
I problemi principali da risolvere in termini generali sono, l’eccessiva produzione di rifiuti, l’inquinamento da plastica dei mari e l’inquinamento provocato dal processo produttivo. La produzione e vari momenti del ciclo di vita di un indumento hanno un impatto che, per essere minimizzato, necessita di un approccio “sistemico”. Insomma, non c’è nessuna ricetta magica nell’approccio alla sostenibilità e all’economia circolare. Conta sì, per fare un esempio, che i materiali siano biodegradabili, ma è molto più efficiente che un capo si durevole nel tempo e che venga utilizzato molte volte prima di essere dismesso. Contano le materie prime utilizzate, come si produce, cosa si produce, come e quando di smaltisce un capo.
Illuminante, da questo punto i vista, l’esperienza portata da Eva Karlsson, Ceo del brand di sportswear Houdini. Il fleece Mono Air prodotto dall’azienda scandinava è realizzato in Polartec Power Air che riduce dell’80% la dispersione di micro plastiche nell’ambiente. Ma oltre a questo lo stesso capo è stato pensato per essere versatile e quindi utilizzato in diverse situazioni, con un design che risulti piacevole nel tempo, che sia durevole in modo che possa essere indossato a lungo e che possa nel caso avere una seconda vita.
L’esatto opposto del fast fashion, per intenderci.
A partire dai filati, ottenuti da plastica riciclata, passando per l’ottimizzazione dei processi produttivi e finendo con soluzioni che minimizzano la dispersione di micro plastiche nell’ambiente, Polartec e Milliken & Company lavorano da anni in quest'ottica.
L'azienda statunitense ha in programma di ridurre del 25%, entro il 2025, le emissioni , il consumo di acqua e i rifiuti aumentando nello stesso tempo del 10% l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
“Nella nostra storia abbiamo riciclato 2 miliardi di bottiglie di plastica - ha spiegato Steve Layton, presidente di Polartec - Ma questo è solo un piccolo tassello nel processo della sostenibilità che è un approccio che noi abbiamo radicato nel nostro modo di fare business”.
Ogni fibra ha un diverso impatto, in termini di riscaldamento globale, uso di suolo, uso di acqua, biodegradabilità, utilizzo di risorse minerali, utilizzo di combustibili fossili e tossicità, quindi non esiste una "ricetta" sempre valida ma esiste la possibilità di agire in modo intelligente e responsabile.
“Per migliorare il nostro impatto ambientale dobbiamo guardare ogni singolo prodotto dall’inizio alla fine e studiare le implicazioni e l’impatto che ogni fibra utilizzata ha - è il commento di Jeff Strahan di Milliken & Company - Il settore tessile svolgerà un ruolo chiave nell’implementazione dell’economia circolare e il nostro apporto sarà quello di analizzare il ciclo di vita di ogni capo scegliendo la soluzione migliore a seconda dell’uso a cui è destinato, alle proprietà che deve avere, alla durata attesa e al suo fine vita”.
di Redazione DoveSciare.it
31 Marzo 2021