Valanghe, conoscerle per evitarle

prevenzione valangheCon le prime nevicate la montagna assume quel fascino invernale che attira tutti, ma spesso sciatori inesperti non sono consapevoli di tutti quei pericoli "nascosti" che possono portare al distacco delle valanghe. Ci sono molteplici meccanismi che possono portare a gravi risultati ma con un comportamento corretto si possono evitare la maggior parte degli incidenti.
I fattori principali.
Per una valutazione globale del pericolo W. Munter ha sviluppato la formula del 3X3 che considera i tre aspetti fondamentali di ognuna delle tre fasi di una escursione sciistica.

  1. PIANIFICAZIONE DELL' ESCURSIONE
  2. SCELTA DELL' ITINERARIO
  3. VALUTAZIONE DEL PENDIO


1. Pianificazione dell'escursione - A casa

Si consiglia di seguire, per almeno una settimana, le previsioni metereologiche della località interessata e telefonare per avere informazioni sui bollettini nivemetereologici.

  • ALPI ITALIANE           0461/230030  
  • VENETO                    1678/60345
  • LOMBARDIA              1678/37077
  • A. ADIGE                  0471/270555


Preparare la descrizione dell' itinerario, prendere informazioni dai "Locali" (Guide alpine e gestori di rifugi), determinare l' orario di partenza, pianificare e studiare eventuali percorsi alternativi facilmente raggiungibili in caso di necessità.
Non avventurarsi mai soli, ma cercare escursionisti con un buon livello di formazione, equipaggiamento, capacità, esperienza, preparazione e un comportamento "adeguato" nelle situazioni di stress.


2.Scelta dell'itinerario - Sul posto

Scegliere, servendosi preferibilmente di un binocolo, per ampliare il campo visivo, l' itinerario e la traccia dell' escursione in base alla neve, al tempo metereologico e al terreno.

  • NEVE. Una volta giunti nel luogo in cui abbiamo stabilito l' inizio dell' escursione bisogna prestare attenzione ad alcuni segnali d'allarme: ad esempio l'altezza critica della neve, se la neve è  neve sferzata dal vento/cornici, sasturgi ed accumuli del manto nevoso ed le condizioni nivologiche generali
  • TEMPO METEREOLOGICO. Anche il tempo metereologico è un forte segnale d'allarme infatti bisogna tener conto di fattori come la visibilità (la scarsa visibilità rende difficile la scelta ottimale del percorso), la temperatura (escursione termica) il vento (velocità e direzione) e gli  scaccianeve (creste che fumano).
  • TERRENO. Infine bisogna prestare attenzione al terreno che abbiamo deciso di affrontare e valutare aspetti come  la pendenza (critica oltre 27°), l' esposizione (la maggior parte delle valanghe causate dagli sciatori avviene sul versante NORD), i canaloni (possibilità di neve accumulata dal vento) e verificare se al di sopra della nostra postazione esiste la possibilità di provocare distacchi a distanza.


3. Valutazione del pendio

Una volta giunti sul pendio bisogna  stabilire l' inclinazione (è determinate la zona più ripida del pendio, infatti le valanghe si formano sui pendii tra i 30° e i 50°), successivamente effettuare il "test della pala" (tagliare con la pala un cubo di neve di circa 20X20 cm, se essa manterrà una forma quadrata il manto nevoso avrà una buona coesione) ed infine determinare la resistenza di base.
Durante ogni uscita uno sciatore avrà anche dei segnali più semplici da analizzare, infatti le condizioni favorevoli per una giornata sulla neve come vento debole, temperature poco al di sotto delle 0°, pioggia che si trasforma in neve ed il pendio comunemente frequentato da sciatori permetteranno di avere maggiori certezze sulla "sicurezza" del pendio.

In caso di valanga

Prima cosa niente panico! Ok c'è stata una valanga, qualcuno è rimasto coinvolto ma noi (e lui) siamo muniti di A.R.V.A., per prima cosa avvertiamo i soccorsi (118 e Soccorso Alpino) e spieghiamo cosa è successo, dove ci troviamo e il numero delle persone coinvolte.
Prima di utilizzare l' A.R.V.A. effettuiamo una ricerca "vista e udito" osservando il punto in cui è scesa la valanga cosi da poter scorgere, se è possibile, qualche segnale: un bastoncino, uno sci, lo zainetto o magari la persona stessa perchè non sempre si viene totalmente sepolti.
Se (purtroppo) la ricerca a vista risulta negativa è il momento di far passare il nostro A.R.V.A. da "send" a "search", la fase primaria è trovare un segnale, bisogna percorrere la valanga in tutta la sua ampiezza disposti uno a fianco dell' altro (consideriamo una portata dell' apparecchio di circa 20 mt.) così da poter bonificare al meglio tutta la zona interessata.
Una volta agganciato il segnale sarà l' apparecchio stesso a darci le indicazioni che ci porteranno ad arrivare nell' area in cui si trova la persona sepolta.
I moderni A.R.V.A. sono molto efficaci in questa fase, infatti tramite un display ci viene mostrata la distanza (approssimativa) e la direzione da seguire per giungere dal sepolto. La traiettoria che dovremmo seguire dovrà essere curvilinea perchè quando un apparecchio in "ricezione" si avvicina ad un A.R.V.A. in "trasmissione" si base sulle linee di campo elettromagnetiche  Durante la fase di ricerca dovremo sempre tenere l' apparecchio orizzontale davanti a noi, senza cambiarne mai l' orientamento.   E' importante ricordare che la ricerca primaria può essere effettuata da più soccorritori mentre la seconda è meglio effettuarla singolarmente cosi da evitare disturbi dei segnali rallentando le operazioni.
La fase finale della ricerca ci porterà nei pressi del punto di seppellimento, questa è una delle fasi più delicate della ricerca, in quanto l' A.R.V.A. a volte ha delle difficoltà ad indicarci il luogo preciso da cui viene il segnale massimo, a questo punto dovremmo adottare lo schema a "croce" avvicinando l' apparecchio alla neve e procedendo in linea retta fino a quando il segnale è massimo, in quel punto pratichiamo un segno di riconoscimento, poi avanziamo ulteriormente fino a far diminuire il segnale. A questo punto torniamo al punto che abbiamo precedentemente segnato e spostiamoci a destra e a sinistra. La direzione corretta sarà quella in cui il segnale aumenta di nuovo.
Procedendo con questo schema riusciremo a trovare il punto in cui presumibilmente si trova la persona travolta, la velocità che dovremmo tenere durante tutta la fase di ricerca diminuisce all' aumentare del segnale.
Solo con appositi corsi e continui allenamenti saremo veramente preparati  durante ad affrontare le ricerche di un travolto da  valanga; secondo le statalistiche  dopo quindici minuti dal travolgimento, le possibilità di trovare una persona ancora in vita calano drasticamente.


Andrea Rodella

di Andrea Greco

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