Basterebbe copiare (bene)...


Mi bastano poche giornate di sci a inizio stagione in giro per le Alpi, per vedere alcune stazioni – quelle appenniniche, per esempio, o quelle piccole delle Alpi occidentali – in difficoltà o ancora chiuse, mentre le solite big sono superaffollate. E quindi per stimolarmi ad alcune considerazioni sullo stato di salute dell’industria turistica italiana.

Fare sistema: quando si parla di economia del turismo, il più delle volte questo rimane un auspicio. Eppure, per tramutare in realtà questa bella intenzione (oltre che espressione abusata), non ci vorrebbe molto. Non soltanto la buona volontà – che in Italia non è scontata -  ma soprattutto l’idea. Basterebbe saperle copiare, le buone idee. Esempi e modelli virtuosi se ne trovano facilmente di là dalle Alpi. Senza voler essere esterofili a tutti i costi – eccellenze ne abbiamo parecchie anche in Italia – fra questi ve ne sono un paio di matrice austriaca che mi hanno colpito.

Il Nockberge-Trail è un itinerario che collega cinque zone sciistiche diverse: Katschberg, Innerkrems, Turrach, Falkert e Bad Kleinkirchheim/St. Oswald, in Carinzia. Embè, dove sta la novità? Nel fatto che  al centro dell’idea non c’è lo sci da discesa, ma c’è lo sci alpinismo. Uno sci alpinismo vissuto in maniera ludica, soft, sdrammatizzante, che forse non piacerà ai duri e puri, ma che può far bene all’economia delle valli e può fare anche proseliti nella disciplina: il tour prevede tappe di circa sei ore ciascuna e lungo l’itinerario si può guadagnare un po’ di dislivello grazie a qualche impianto di risalita presente (sacrilegio?). Un’altra particolarità è che il Nockberge-Trail (che prende il nome dalla catena dei monti Nockberge) non si conclude nei rifugi, come è consuetudine in tanti altri itinerari sci alpinistici di più giorni, ma in confortevoli hotel, alcuni perfino 4 o 5 stelle. Insomma, è un bel modo di scoprire ogni giorno montagne diverse e località diverse. Mi sembra un’idea molto intelligente: è evidente che sono coinvolti in questo modo diversi operatori del territorio (impianti, shuttle service, hotel, guide…). Un pacchetto costa da 868 euro per 5 pernottamenti e 6 giornate di tour compreso trasporto dei bagagli nei vari hotel; ma ci sono varianti con guida, senza guida, in rifugi, in hotel 3 stelle…

Un’altra brillante iniziativa made in Austria, e questa volta in Tirolo, è il Freizeitticket, che significa più o meno ‘il biglietto per il tempo libero’. Anche qui si supera il concetto del semplice skipass per proporre una sorta di skipass stagionale-globale che costa appena 400 euro (e 60 per i figli) e comprende ingresso a centri sportivi, musei, centri wellness e acquatici, palazzi del ghiaccio, perfino stadi di calcio… e naturalmente stazioni sciistiche. Come ha spiegato Martin Schnitzer, durante il recente Sport Ökonomie Symposium presso l’Università di Innsbruck, l’elemento di novità è la cooperazione tra singole società di gestione che allo stesso tempo sono partner e concorrenti, perché offrono lo stesso prodotto: la fruizione del tempo libero. Nel 2018 sono state vendute 55.000 tessere (un sesto degli abitanti dell’area di Innsbruck!), con un giro d’affari di circa 20 milioni di euro. Ogni anno cresce la richiesta di adesione delle varie realtà imprenditoriali e parallelamente cresce il numero di utenti. Ora si sta studiando l’utilizzo del Freizeitticket anche come strumento di marketing turistico-territoriale: se infatti i grandi poli sciistici (Kitzbühel, St. Anton ecc.) hanno introdotto delle limitazioni sul numero di giornate di sci usufruibili, le ‘piccole’ località sciistiche a rischio chiusura (ma anche le piscine e i palazzetti del ghiaccio) hanno trovato nel Freizeitticket un toccasana. Al pass aderiscono 24 comprensori sciistici tirolesi fra grandi e piccoli, come oltre ai due citati Arlberg e Kitzbuhel, anche Silvretta Arena, Stubai, Kühtai ecc. ma anche oscuri ma simpaticissimi skilift ‘di paese’ o mini stazioni come Glungezer a Tulfes.