Reichelt regala il secondo oro all'Austria nel super gigante maschile

05 Febbraio 2015


Dal nostro inviato a Vail - Beaver Creek

Ai mondiali spesso va così. Quando l’attenzione cala, e la gara si avvia verso i titoli di coda, spunta l’outsider. Dustin Cook, canadese partito col pettorale numero 28, al traguardo la combina grossa e manda di traverso la colazione all’uomo-jet del momento, il norvegese Kjetil Jansrud. Il suo minuto, 15 secondi e 79 centesimi, gli regala infatti la seconda posizione, che a Vail –Beaver Creek 2015 si trasforma in medaglia d’argento. L’oro va invece a uno che l’anno scorso, pochi giorni dopo il trionfo in discesa a Kitzbühel, era in ospedale per sottoporsi a un’operazione di ernia al disco. Olimpiadi saltate per ovvi motivi. Hannes Reichelt (1’15”68 il suo tempo), un colosso di 1 metro e 83 per 86 chili che in carriera vanta 31 podi in Coppa del Mondo (9 vittorie) e una coppetta di specialità proprio in super gigante, con l’oro iridato s’è preso una bella rivincita sulla sorte. Ai mondiali il suo miglior risultato era stato un argento, e risaliva a Garmisch -Partenkirchen 2011. Completa il podio il francese Adrien Theaux (1’15”92), sicuramente non un “outsider puro”, ma quanto meno nemmeno quello più quotato in mattinata dai bookmaker. Per l’Italia è un’altra mezza Caporetto. I primi in classifica (a pari merito) non sono nemmeno nei primi dieci: Matteo Marsaglia e Dominik Paris (1’16”57 il loro tempo) chiudono in tredicesima posizione, Cristoph Innerhofer 18° in 1’17”02, Werner Hell 26° in 1’17”83. Per lo meno il morale delle truppe è alto: «sono comunque soddisfatto – ha dichiarato Paris al traguardo –, ho dato tutto e sbagliato nella prima parte di gara. È stata una guerra. Sicuramente la neve di oggi non ci ha aiutato come squadra, ma per la discesa di sabato, con il sole e le prove di domani, potrebbe trasformarsi e tornare dura». Anche Innerhofer e gli altri azzurri non si sono trovati bene sul fondo “secco” e compatto della Birds of Prey. «È una neve su cui bisogna riuscire a sciare su entrambi gli sci – ha detto Innerhofer –, cosa che non sono riuscito a fare. Difficile che cambi totalmente per sabato, ma ho abbastanza esperienza per non partire mai condizionato al cancelletto. La schiena va bene e mi sento in forma». Come da aspettative della vigilia, gli altri due nomi che – a modo loro – hanno lasciato il segno sulla gara sono stati quelli di Bode Miller e Aksel Lund Svindal. L’americano, in testa dopo i primi tre intertempi, è stato protagonista di una spettacolare caduta a una decina di porte dal traguardo. Dopo un’inforcata con la testa in una porta verso sinistra, Bode è andato in rotazione di 180 gradi cadendo rovinosamente a terra e riportando una brutta ferita al polpaccio destro, dovuta probabilmente al contatto con la lamina dello sci. Il norvegese, invece, ha stupito tutti e chiuso in sesta posizione a soli 37/100 da Reichelt. Da tenere d’occhio nella discesa di sabato, anche perché ha dato il meglio di sé proprio nella parte più veloce del tracciato.

Nicola Busca

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