SCI E CRISI - Crollano gli investimenti in impianti di risalita nel 2012

11 Novembre 2012


La crisi che attanaglia il sistema economico italiano ha investito anche il settore dello sci. Dopo una stagione invernale 2011 - 2012 che ha messo a dura prova gli operatori del settore con un calo del fatturato del 30%, sono crollati gli investimenti in impianti di risalita nel 2012. Una sola nuova seggiovia in Valle d'Aosta dove la vecchia biposto Bertolini è stata sostituita da una quadriposto ad agganciamento automatico, investimento facilitato dal passaggio della società delle funivie sotto il controllo della regione. In Lombardia si è riusciti ad investire solo al Tonale dove un paio di skilift verranno sostituiti da una nuova seggiovia esaposto. Qui l'elemento di novità è rappresentato dal costrutture (Bartholet) che si propone come terzo incomodo capace di romprere il duopolio Leitner - Doppelmayr a tutto vantaggio della concorrenza e dei prezzi. Va detto che l'inizio dei lavori per il rifacimenti degli impianti del Presena è stato posticipato come come è stato rinviato il collegamento tra le aree sciabili dell'Alta Pusteria in Alto Adige.

In Alta Badia stata sostituita la telecabina del Boè e il vecchio impianto è stato ceduto alla Brembo Ski senza però che quest'ultimo sia riuscito ad utilizzarlo per la prossima stagione. In Trentino le Funivie di Campiglio hanno costruito una breve quadriposto di 400 metri di lunghezza. In Veneto è stata costruita la seggiovia Carpazza ad Arabba, ripristinando un vecchio impianto dismesso da anni. Qualche piccolo intervento anche nelle altre regioni ma si tratta comunque di investimenti marginali.

Nulla a che vedere con gli investimenti del 2011. Si trattava di un anno eccezionale, è vero, ma si era investito molto. Nell'autunno del 2011 si era chiuso il cantiere per le tre telecabine di collegamento tra Campiglio e Pinzolo. Altrettante cabinovie erano state costruite durante l'estate per collegare Valles e Maranza mentre il Plan de Corones costruiva una nuova linea di arroccamento con partenza in corrispondenza della stazione ferrovia di Perca appositamente creata oltre ad aver rifatto la Miara. A Gressoney era stata completamente ricostruita la lunga telecabina del Gabiet e sempre lo stesso tipo di impianto aveva sostituito la seggiovia Col dei Baldi ad Alleghe. Seggiovie ad agganciamento automatico erano state costruite in numerose stazioni, due in Alta Badia, una in Val Gardena, Carona e Livigno ed Ovindoli mentre altre fisse erano comparse in numerose altre località come Andalo, Arabba, Campo Staffi ecc..

di Andrea Greco
11 Novembre 2012

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Commenti sull'articolo

Inviato da SR il 11 Novembre 2012
Comment

La crisi che frena gl investimenti negli iati di risalita non credo sia solo mancanza di denaro da investire, o scarsa volonta, ma un pochio anche lungimiranza di chi il denaro ce lo deve mettere, alla luce della crisi, ben piu' invasiva, che investe tutto il paese.
Vedendola dal punto di vista di stazioni turistiche meno "blasonate" di quelle trentine e valdostane (non per demerito di alcuno, ma per questioni orografiche e soprattutto climatiche), lo scorso anno il fatturato, a causa della neve scarsa, non e' stato certo altissimo.
In piu', considerati i costi di una semplice giornata sulla neve, molte famiglie, se devono rinunciare a qualcosa, tagliano sicuramente per primo lo sci.
Facciamo il caso del Cuneese, con calcoli approssimati per eccesso: una famiglia di 4 persone, che parte in macchina da Genova per andare a sciare un sabato, in una località limitrofa, spende circa 60 euro di trasporto (20 di autostrada e un bel 40 di combustibile), piu' di 100 di giornaliero (calcolando circa 30 a persona per gli adulti e un po' meno per i bambini).
Poi ci sono varie manutenzioni all'attrezzatura esistente, il cibo e le bibite in baita (maggiori quanto piu' freddo fa), magari una lezione di sci, anche collettiva, o l'affitto di alcune attrezzature.
E tralasciamo così l'acquisto di nuovo materiale, che - per andare poche vote l'anno- può rivelarsi non conveniente.
Totale? Siamo vicini ai 200 euro, e questo soltanto con una toccata e fuga in giornata.
Si presume quindi una riduzione delle presenze.
Di conserva, chi investe nelle strutture va piu' cauto del solito, anche perché, magari, deve ancora riemergere da un passivo precedente.
I fondi delle Olimpiadi 2006 sono stati già spesi. Tutti.
Non si prevedono nuovi investimenti "statali" o istituzionali.
Del resto, guardiamo un po' a fondo la cosa: la nuova ovovia di Lurisia, tanto per fare un esempio, sostituita anche grazie a tali fondi, adesso e' ferma, perché la stazione non aprirà.
Quindi? Denaro, anche pubblico, immobilizzato, quasi buttato.
Che peccato.
Ricordate l'austerity degli anni 70? Sciare era sport elitario, allora: le code c'erano solo perché le nostre stazioni (parlo sempre del caso Cuneese) avevano pochi impianti, a bassa portata.
Ebbene, con la crisi, nostro malgrado, lo sci tornerà ad esser elitario, a meno di dotarci tutti di pelli di foca.
Ma le nuove restrizioni sull'utilizzo delle piste per lo sci alpinismo lasciano poco spazio anche per questo.