ANEF - Gli impiantisi: "Pronti a ripartire, il Governo ci aiuti"

07 Maggio 2020

© Fotografia - Enrico Romanzi - La funivia Cime Bianche Plateau Rosa a Cervinia


Le stazioni sciistiche sono chiuse dal 9 marzo, ora "L'Italia è pronta a ripartire, e lo sono anche gli impianti a fune".

Parola di Valeria Ghezzi, Presidente di ANEF, che spiega come l'associazione che riunisce i maggiori esercenti funiviari sia pronta a riaprire gli impianti, ovviamente con tutte le cautele e le misure di sicurezza del caso.

"Abbiamo la necessità - afferma ANEF - di definire al più presto la data della ripartenza, che ci auguriamo possa essere in prossimità della data di riapertura di bar e ristoranti. Gli impianti a fune sono il volano di un’importante filiera, che a valle trova albergatori, commercianti, maestri di sci e guide alpine, ristorazione; e a monte, grazie a costanti e ingenti investimenti diretti, genera lavoro per imprese locali e non, innescando un processo virtuoso con benefici in termini di benessere sociale e introiti per le casse dello Stato. Con le giuste cautele, gli impianti possono essere fruibili già da questi mesi estivi, in quanto sono un mezzo che garantisce un trasporto sicuro, di breve durata e molto ben areato”.

Safety first

La riapertura, in un momento come questo, non può che passare dalla sicurezza; dopo il lockdown la Fase 2, ma anche le prossime, non vogliono dire "liberi tutti" ma "convivenza con il Coronavirus". Anef ha sottoposto al governo una serie di regole e comportamenti che possano garantire la sicurezza dei turisti e dei lavoratori. Nonostante le funivie siano soggette alle regolamentazioni del Ministero dei Trasporti non è possibile adottare misure identiche a quelle in atto nel trasporto urbano ed extraurbano, "sia per ragioni tecniche (la durata del trasporto sugli impianti a fune difficilmente supera gli 8 /10 minuti) sia per ragioni pratiche connesse ai servizi correlati al trasporto funiviario (parcheggi, casse, conformazione della stazione di partenza, assistenza agli utenti sul piano di imbarco)”.

Cosa si può fare

Ridurre la portata degli avrebbe come unico effetto la creazioni di code e assembramenti e allora bisogna "bilanciare l’affluenza con la portata, favorendo il più possibile la fluidità e la costante mobilità. In assenza di code, infatti, il riempimento dei veicoli si riduce automaticamente". Quindi gli impianti dovranno viaggiare al massimo della velocità e della portata e non in maniera ridotta come di solito accade in estate quando l'affluenza è minore. Oltre a questo si dovrà mantenere un distanziamento di almeno 1 metro tra le persone in ogni fase, da quando si parcheggia l'auto fino a quando di esce dalla stazione a monte. Oltre a questo dovrà essere obbligatoria l'areazione degli impianti chiusi e queste dovranno viaggiare con le porte completamente aperte, ovviamente quando vuote, e le cabine dovranno essere igienizzate.

La specificità del trasporto funiviario

Il trasporto funiviario ha regole e dinamiche particolari che devono essere valutate e aggiornate a scadenze regolari in modo che siano coerenti con l'evolversi del contesto sanitario. Al Governo viene chiesto di prendere in considerazione gli impianti a fune e stabilire una possibile data di apertura. Questo aspetto non è infatti praticamente mai affrontato se non dai governi locali di Valle d'Aosta e Alto Adige.

di Redazione DoveSciare.it
07 Maggio 2020

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