5 ragioni per andare a sciare (subito) a Domobianca


D come Domobianca. Chi ironizzava sul fatto che Domodossola fosse conosciuta in Italia solo per essere l’unica città il cui nome comincia con la quarta lettera dell’alfabeto, da oggi dovrà ricredersi. Nel territorio del capoluogo ossolano (che, per chi non lo sapesse, è quell’area afferente alla provincia piemontese del Verbano, Cusio e Ossola che sta più o meno tra l’alto Lago Maggiore e il confine svizzero del Sempione) c’è una stazione sciistica con 21 km di piste dove varrebbe la pena trascorrere almeno una giornata. Noi, che invero abbiamo una passione particolare per le stazioni piccole e meno frequentate, ci siamo stati e abbiamo portato a casa bei ricordi e sensazioni piacevoli. E abbiamo incontrato gente di montagna che sa il fatto suo. Ecco perché vi consigliamo di andarci, al di là del fatto che qui un weekend sulla neve (non mancano nemmeno le attività per chi non scia, dalle ciaspole allo sci di fondo) costa molto, molto, meno che altrove…

1 / Domobianca, le piste e gli impianti

4 seggiovie e 2 skilift sufficienti a smaltire anche le risalite più trafficate in alta stagione. Piste larghe e divertenti, di cui una lunghissima illuminata di notte al venerdì, disegnate sopra e sotto il livello della vegetazione con gobboni e curve. 800 metri di dislivello, tra i 1070 e 1850 metri di quota. Le piste sono eccellenti e tutte di livello pur adattandosi alla maggior parte degli sciatori. Non mancano tante varianti tecniche e "nere", tra cui il muro Torricelli. Non manca chiaramente un'area dedicata ai principianti.
L'impianto di innevamento è sufficiente per imbiancare le piste quando necessario mentre il noleggio da 300 paia di sci e 70 tavole da “sno” alla base degli impianti fa un lavoro di qualità come quelli delle stazioni più importanti delle Alpi. Il giornaliero festivo in alta stagione costa 33 euro e c’è anche il "4 ore" che è molto più flessibile, a 27 euro, e perfino il "2 ore".

2 / Vicino a Milano e senza code
 

Noi siamo partiti da Milano alle 7.40 del mattino e abbiamo parcheggiato a Domobianca alle 9.15. Velocissimi: è tutta autostrada fino a Gravellona Toce, superstrada fino a Domodossola e poi servono 15 minuti per salire. Di certo, in pieno inverno, chi sale fin qui non troverà mai traffico né all’andata né al ritorno (come invece capita sempre tornando nella metropoli dalla Bergamasca o dalla Valtellina) tanto che verrà tentato di fermarsi ad Arona o a Stresa per prendere il caffè con vista sul lago.

3 / Sole e panorami
 

Sciare tra la foresta e le baite in pietra in mezzo alle neve alta crea parecchie suggestioni e, non bastasse, le piste che risalgono il Moncucco sono tutte esposte al sole dalla mattina alla sera. E il panorama ci guadagna parecchio. Davanti e tutto attorno non c'è nulla che ostacoli la vista che spazia dal fronte alpino svizzero alla Valle d'Aosta: il vento del lago in quota spazza il cielo ma a volte succede che l’umidità si fermi nel fondovalle creando la sensazione di sciare sopra le nuvole, come accade in tanti luoghi ma con questa frequenza davvero in pochi, come all'Alpe Gerlitzen a Villach, in Carinzia.

4 / Rifugi e menu
 

Questa è stata davvero una grande sorpresa. Fidatevi se vi diciamo che sulla terrazza del LuseBar – il ristorantino di fianco alla stazione a valle della seggiovia di arroccamento - si mangia alla grande con un menu pienamente ossolano: tartare di manzo alla piemontese con crostone di pane rustico, carne secca ossolana con fonduta di formaggio d’alpeggio e sfoglia al sesamo, polenta di beura, ravioli di grano saraceno con ripieno di capriolo su letto di porcini e lasagnetta di porri e taleggio coperta da crudo affumicato della Val Vigezzo. Manca solo lo chef Cannavacciuolo, che peraltro risiede sul Lago d'Orta a pochi chilometri da qui. In quota sulle piste invece ci sono altri due rifugi - lo Skibar e la Baita Motti - dove il menu appare più tranquillo e consono all’atleta.

5 Dove dormire e quanto è bella Domodossola
 

Domobianca è “solo” una stazione sciistica su una montagna e non esiste un paese vero e proprio all'arrivo delle piste: alla base degli impianti, dove si trovano il noleggio, la scuola di sci e i servizi di soccorso, a breve cominceranno i lavori per una struttura residenziale con tanto di centro benessere mentre in quota le 16 camere nuovissime nella Baita Motti stanno per essere arredate. Chi desidera trascorrere qui un intero weekend (esiste anche uno skipass combinato con la vicina stazione sciistica di San Domenico), scende a valle a Domodossola il cui centro storico peraltro è sorprendentemente suggestivo nel suo stile sabaudo e tipicamente piemontese: qui c’è solo l’imbarazzo della scelta tra alberghi e piccoli bed&breakfast nel verde.

di Enrico Maria Corno