VAIL 2015 - TED LIGETY VINCE L'ORO IN GIGANTE ED ENTRA NELLA STORIA

14 Febbraio 2015


Dal nostro inviato a Vail - Beaver Creek Un gigante maschile mostruoso a Vail – Beaver Creek 2015. Gli alieni esistono per davvero e si chiamano Ted Ligety, Marcel Hirscher e Alexis Pinturault. Non si accontentano di scendere in terra, ma lo fanno da padroni assoluti della Birds of Prey e della disciplina regina dello sci alpino. Semplicemente da brividi. E a parte il cambio di posizione tra Pinturault e Hirscher, il podio è la fotocopia di quello del gigante che si è corso qui a ottobre. I migliori sono loro, c’è veramente poco da aggiungere. Ted Ligety vince l’oro Mondiale davanti al suo pubblico (primo della squadra a stelle e strisce dopo il suo bronzo in combinata, quello di Vonn in super gigante e l’argento di Travis Ganong nella discesa maschile). A momenti il Red Tail Stadium di Beaver Creek non viene giù con spalti e spettatori compresi. Ligety è sempre più "Mr. Giant" e con questa vittoria entra nella storia: nessuno sciatore era mai riuscito a vincere tre ori consecutivi nella stessa disciplina. Dopo i Mondiali di Schladming di due anni fa e le Olimpiadi di Sochi l’anno scorso, Ligety non delude su una pista dove in gigante, nella Coppa del Mondo, ha vinto 5 volte di fila. Re indiscusso. Il suo tempo al traguardo è di 2’34”16 e vale una rimonta da delirio cominciata in sesta posizione. Alieno numero 1. Il secondo è il cannibale del momento, l’austriaco Marcel Hirscher. Uno che quando mette i bastoncini fuori dal cancelletto ha in mente solo una cosa. Vittoria. Oggi è andata diversamente, ma i 45/100 di differenza dall’americano che valgono l’argento si trasformano nella terza medaglia iridata per l’austriaco (dopo l’oro della combinata e quello nel team event) e nona per la corazzata austriaca. Anche a Schladming aveva dovuto inchinarsi allo statunitense: allo slalom conclusivo di domenica sarà poco arrabbiato. Occhio. Il terzo è il francese Alexis Pinturault (terzo anche a Sochi), che finalmente porta a Courchevel una medaglia che stava inseguendo con anima e cuore. È il più giovane dei tre sul podio ed è quello che gareggia in più discipline in assoluto. Un diamante di talento puro che sta scrivendo a grandi lettere il suo nome nell’albo d’oro dello sci che conta. Una polivalenza che punta alla generale. Classe. L’Italia, ancora senza medaglie, esce a testa altissima da questo gigante. Per il lombardo Roberto Nani, oggi, con questi tre (e lo scarto di 24/100 che separava i primi 5 a metà gara) era durissima. Secondo al termine della prima, nella seconda finisce sesto staccato di 1”41 dall’icona mondiale della nouvelle vague. «Ci ho provato e forse sono stato troppo preciso – ha detto a fine gara il livignasco –. Sto facendo molta esperienza e credo di essere sulla strada giusta. Prima o poi il risultato importante arriverà». Guerriero. Ma non dimentichiamoci di Florian Eisath (18° nella prima), autore di una seconda prova incredibile che lo porta fino all’ottava piazza di giornata. «Sono partito con l’idea di non pensare e di mollare soltanto – ha detto Eisath –. Dopo il Golden Eagle ho rischiato e sono contento di avere fatto una manche di livello». Irriducibile. Gli altri azzurri. Davide Simoncelli, 18° a fine gara, paga un ritardo complessivo di 2”89, mentre il piemontese Giovanni Borsotti chiude 24° a 4”19. L’Italia del gigante, comunque, c’è, e con questa prova iridata porta a casa una grande prova di carattere. Nicola Busca

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