Ma il costo dello skipass è poi così esagerato???


Ma è vero che i prezzi degli skipass sono esagerati? Da un po’ di anni – fin da prima della grande crisi, a onor del vero - questo è un pallino del mio amico e bravo collega de La Stampa Max Cassani, anche bravo sciatore per inciso, nel suo giornale, dove ha un'ampia e autorevole cassa di risonanza, ha criticato più o meno velatamente le stazioni sciistiche per la politica di prezzi skipass, a suo dire, poco saggia. Del resto, fateci caso, in coda a un impianto o fermi al rifugio a volte si sente borbottare qualche lamentela... “Troppo caro lo skipass”. “Prezzi non per tutti”. “Le società impianti si lamentano e poi lucrano”…. Ma dove sta il vero? Se lo sci è uno sport costoso le colpe non vanno ricercate esclusivamente nella politica di prezzi delle società di impianti. Che invece da analisi di Max aumentano ogni anno del 2 al 4% i prezzi, a fronte di un'inflazione nulla. Una sorta di adeguamento Istat, potremmo chiamarlo... Certo, una famiglia ci pensa due volte prima di prenotare una settimana bianca, per molti anche una sola giornata di sci è un sacrificio, ed è vero che le società impianti potrebbero fare di più e meglio, ma non mi sembra di poter attribuire soltanto ai costi elevati dello skipass la causa di una (presunta) disaffezione del grande pubblico allo sci (cosa che peraltro è stata in parte smentita da previsioni di praticanti in aumento, vedi in questa stessa sezione .http://www.dovesciare.it/ski-writer/13/11/2015/aumentano-nuovi-sciatori-la-vera-notizia-del-dossier-skipass-panorama-turismo-2015

Sarò di parte, ma secondo me lo sci è troppo bello per dire che costa troppo. E’ vero che a Zermatt l’internazionale per 1 giorno costa fino a 70 euro, ma a Corno alle Scale, in Appennino, il giornaliero feriale costa 23 euro. In tutte le stazioni medio piccole siamo su questi livelli. E in quelle grosse, per fare un esempio, siamo sui 40 euro o poco più in bassa stagione per il giornaliero. Il Dolomiti Superski generale in alta stagione  ha toccato solo da qualche anno la fatidica soglia dei 50 euro, - saranno 54 per questa stagione 2015-16, e 275 per i 6 giorni - ma in bassa siamo sempre sotto i 50 per il giornaliero. Non poco, lo ammetto. Ma neanche troppo: abbiamo presente cosa costa un Iphone, un jeans di marca, un concerto rock? O che cosa costa… ‘tutto’?

Ripeto, forse il parere dei malati di sci non conta: ma non è così banale poter andare su e giù per le montagne, ammirare certi panorami, fare sport nella natura. Solo questo, semplicemente il ‘viaggiare’ in quota, da un versante all’altro per un’intera giornata, ‘per me’ 50 euro li vale. Per non parlare del mero divertimento dello sci, inteso come espressione sportiva e tecnica (che è già qualcosa di speciale, di impagabile, e di non spiegabile a chi non scia). Ok, non tutti possono spenderli. E allora? Che fare? O si riconosce una volta per tutte allo sci una funzione sociale, o se no dobbiamo rassegnarci. Ci vorrebbero politiche di sostegno alla montagna in senso lato (ma non come contributi: più come incentivi,) per promuovere la pratica dello sci fin dalle scuole, la fruizione corretta dell'ambiente e della montagna stessa (e qui il discorso ci porterebbe lontano) e così via, tutti fattori utili a favorire prezzi più popolari e a portare gente in montagna, innescando un circolo virtuoso. Ma allora giustamente ci sarebbero tanti altri sport da sostenere, qualcuno potrebbe dire...E dato che non possiamo pretendere miracoli né beneficenza dalle società impianti, bisognerebbe allora riconoscere che esse, tra l’altro, generano un indotto importante nella vallate. Alla fine della partita sono loro a mantenere vitali intere comunità di montagna: con gli ovvi benefici che ricadono anche su pianure e città in termini di difesa idrogeologica e più in generale di equilibrio socioeconomico. Non dico che dovrebbero essere sostenute economicamente dall'ente pubblico, ma almeno la molla di un po' di profitto e qualche riconoscimento morale lasciamolo....